sabato 8 maggio 2010

COS'E' GOOGLE READER?

Google Reader è un Web-based aggregatore (di notizie sociali,sportive,news ecc...).
La nuova versione ha tenuto conto che la maggior parte dei lettori segmento loro lettura da parte di mangimi, di gruppo, tag, una cartella o in "deve leggere" e "forse se ottengo su di essa" si nutre.
Lettori di feed online di Google consente ora di tenere traccia delle modifiche su qualsiasi pagina - anche quelli che non dispongono di un feed RSS. Google creerà un proprio feed personalizzati per questi siti e aggiornare i feed ogni volta che nota un cambiamento. Per gli utenti di Facebook, la trasformazione è visibile grazie già ad un applicazione semplice che collega i punti tra le pagine condivise. La lista dei top elementi condivisi da oltre 4.000 utenti di Facebook.

 

 Ecco alcune delle caratteristiche che sono ora inclusi in Google Reader:

  • Una prima pagina che permette di vedere i nuovi elementi a colpo d'occhio 
  • Importazione ed esportazione liste di sottoscrizione come OPML file
  • Tasti di scelta rapida per le funzioni principali
  • Scelta tra visualizzazione elenco o vista espansa per la visualizzazione di prodotto (che mostra solo il titolo o storia o con una descrizione, rispettivamente)
  • Marcatura automatica di elementi come letti come sono scorse passato (vista espansa solo)
  • Cerca in tutti i feed, in tutti gli aggiornamenti da abbonamenti.
ACCESSO OFFLINE
Google Reader è stata la prima applicazione ad utilizzare Google Gears, una estensione per il browser che permette di lavorare online applicazioni offline. Gli utenti che hanno installato l'estensione può scaricare fino a 2000 articoli da leggere offline. Dopo il ritorno online, Google Reader gli aggiornamenti dei feed.

ACCESSO MOBILE
Una interfaccia mobile è stato rilasciato il 18 maggio 2006. E 'ora può essere utilizzato da dispositivi che supportano XHTML e WAP 2.0 .  Il 12 maggio 2008, Google ha annunciato una versione di Google Reader destinato agli utenti iPhone.

lunedì 3 maggio 2010

VIAGGIO A TENERIFE

TENERIFE

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Volete passare 15 giorni da sogno in un hotel a 5 stelle con un prezzo economico..???
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Allora io ho una proposta adatta a voi:

GRAND HOTEL SEMIRAMIS

Album senza titolo

Il Gran Hotel Hotasa Semiramis è un confortevole cinque stelle, situato in una tranquilla zona di La Paz, nel nord di Tenerife, vicino a Puerto de la Cruz. Affacciato sul mare, l'hotel offre una splendida vista panoramica della costa. Le camere sono dotate di 2 letti Queen size, bagno, balcone, telefono, TV satellitare, minibar, aria condizionata e cassetta di sicurezza. I servizi includono due bar, ristorante a buffet, giardino, piscina all'aperto con solarium e piscina coperta, vasca Jacuzzi, spa, palestra e una sala TV.

HOTEL
La partenza  dall'aereoporto di Verona  Giovedi 01 Lug 2010 at 06:50, arrivo 16:50 Economy class, Volo non diretto Durata del soggiorno 11 ore 
Il ritorno da Tenerife nord  Giovedì  15 Lug 2010 at 10:20, arrivo 22:25 Economy class, Volo non diretto Durata del soggiorno 11 ore e 5 min

Il costo per 15 giorni e 14 notti per persona è 750,32 euro




Due Patrimoni dell’Umanità, un Parco Nazionale e 42 spazi naturali protetti: questi sono alcuni dei tesori che scoprirai a Tenerife. Da solo, con il/la partner oppure in compagnia degli amici o della famiglia, preparati a vivere delle esperienze uniche.

Il Parco Nazionale del Teide....
L’isola di Tenerife, meta di una nostra vacanza, ci ha presentato uno degli spettacoli più belli e straordinari offerti dalla natura: il Parco Nazionale del Teide.
È un grandioso monumento geologico, nel quale coni vulcanici, colate di lava, flora e fauna formano un impressionante insieme di colori e forme.

RITORMO ALLA MODA ANNI 80

Ce lo siamo chiesti tutti se le collezioni autunno/inverno2010 sono tornate a venti anni fa, sembra proprio che questa prossima stagione sia un inno agli anni ‘80. La moda degli anni ‘80 fino a qualche tempo fa appariva piuttosto eccentrica ed eccessiva. Oggi, invece, i nuovi dettami della moda ripropongono lo stile anni ‘80 in maniera nuova e davvero affascinante!


Un grande risalto è stato dato al cardigan o al maglione molto lungo (qualcuno si ricorda che lo chiamavano maxi maglione?). Quindi maglie morbide, aperte e legate con la cintura, oppure con i bottoni o chiuse con profondi scolli a V che scendono sino a metà cosciaQuesto anche perché ritornano i pantaloni aderenti, anche in pelle o finta pelle estremamente fascianti e il maglione copre le rotondità come sopra ai leggings (che negli anni ’80 si chiamavano fuseaux). Potete così nascondere qualche piccolo difettuccio di un lato B importante o delle gambe non molto proporzionate..

Oppure, sempre sopra ai pantaloni aderenti, anche molti jeans a sigaretta, Denny Rose propone la maglia oversize a righe che scende asimmetricamente sulle spalle, da portare con una canotta sotto, avete presente il film “Flashdance”? Alex, la protagonista di questo cult movie datato 1983, si vestiva con una maglia molto simile che scendeva su una spalla.



Altro grande ritorno sono state le spalle importanti nelle giacche e giacchine: per ora nella stragrande maggioranza senza grandi rinforzi aggiuntivi come succedeva venti anni fa, però sono spalle molto segnate, molto allargate o anche accentuate da arricciamenti, bordi, piccoli decori che sottolineano. Qualche stilista ha invece esagerato, come Gaetano Navarra e queste spalle ricordano tanto Michael Jackson e il suo giubbino nero e rosso ai tempi di Thriller.
Ma non è finita qui, forse per illuminare e ravvivare l’uso del nero si ritorna a utilizzare le paillettes negli abiti e nelle giacche corte: Alberta Ferretti, Gucci, Sportmax. Più anni ’80 di così...























sabato 21 novembre 2009

Risparmio energetico e comfort abitativo,le aziende della provincia di Bologna.

Il settore delle costruzioni civili è responsabile per circa il 45% del fabbisogno energetico nazionale e il patrimonio residenziale del nostro Paese risulta tra i più inefficienti d’Europa. Con l’obiettivo dimigliorare il comfort abitativo delle nostre case e allo stesso tempo ridurre gli sprechi energetici la Provincia di Bologna ha concentrato la propria attenzione sulla pianificazione territoriale e sulla regolamentazione urbanistica, da uniformare nei parametri normativi dei Comuni, senza nulla togliere all’autonomia delle singole amministrazioni locali. Preziosa la collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano.

       
La sottoscrizione dell’Accordo tra la Provincia autonoma di Bolzano e la Provincia di Bologna per la promozione di un tavolo di lavoro comune in tema di efficienza energetica degli edifici e degli insediamenti urbani e territoriali rappresenta per noi il punto di partenza nella ricerca di atti concreti finalizzati a fornire soluzioni all’emergenza, ormai planetaria, rappresentata dal cambiamento climatico, introducendo miglioramenti sensibili a partire dal lavoro quotidiano che ognuno di noi fa. Gli impegni che sono contenuti nel Protocollo di Kyoto rappresentano un’esigenza non derogabile rispetto alla quale ciascuno deve fare la sua parte a iniziare dalle amministrazioni pubbliche nei rispettivi ruoli di governo delle risorse e del territorio. Vale la pena di ricordare che, aderendo al Protocollo di Kyoto, l’Italia ha preso l’impegno di ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra, rispetto ai valori del 1990, ma che alla fine del 2006 il nostro Paese, non solo non ha ridotto tali emissioni, ma le ha aumentate del 12%.






 La progettazione degli edifici, oltre al rispetto delle norme strutturali, risulta inestricabilmente vincolata
alla necessaria conformità alle prescrizioni acustiche (D.P.C.M. 05/12/97) ed energetiche (D.Lgs. 192/05 e D.Lgs. 311/06), assecondando parametri sempre più restrittivi che tengono conto
delle emergenti esigenze di miglioramento delle prestazioni e della qualità
dell’abitare.
Al fine di verificare il rispetto del quadro normativo citato, lo Studio Alfa (Settore Fisico-Energetico) ha effettuato una rilevazione in opera su un edificio massivo, costruito senza l’utilizzo di isolanti, antecedentemente all’entrata in vigore del D.Lgs. 192/05.

Cosa sono i pannelli solari fotovoltaici. In questa guida parleremo dei pannelli solari fotovoltaici. Questi sistemi, di cui si parla molto, sono in grado di trasformare l’energia solare direttamente in energia elettrica. Gli impianti fotovoltaici permettono al proprietario dell’immobile di beneficiare dell’energia elettrica prodotta dai propri pannelli o di cederla (a pagamento) alla rete elettrica nazionale. Prima di approfondire l’argomento è però opportuno specificare una importante distinzione.



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Differenza tra pannelli solari fotovoltaici e collettori solari
Le differenze tra i pannelli solari e gli errori più comuni. I pannelli solari fotovoltaici sono comunemente chiamati ‘pannelli solari’ al pari di un’altra categoria di prodotti, detti collettori solari. Entrambi i prodotti condividono il nome, sfruttano l’energia solare e appaiono simili all’occhio esterno (non esperto). Si tratta tuttavia di prodotti diversi. I collettori solari catturano l’energia solare per riscaldare l’acqua o per produrre riscaldamento. I pannelli solari fotovoltaici, invece, sfruttano l’energia solare per produrre energia elettrica. Tipologie di impianti a pannelli fotovoltaici Gli impianti a pannelli solari fotovoltaici sono generalmente classificati in due grandi categorie:» impianti a pannelli fotovoltaici isolati (detti ’stand alone’)» impianti a pannelli fotovoltaici connessi alla rete (detti grid connect) Gli impianti fotovoltaici isolati sono situati in zone e luoghi non raggiunti dalla rete elettrica nazionale. Ad esempio un lampione per l’illuminazione stradale di zone montane o di campagna è spesso alimentato da un pannello solare fotovoltaico posto in alto sopra il corpo della lampada. La cella fotovoltaica cattura i raggi solari e li trasforma in energia elettrica per alimentare un accumulatore. A sua volta l’accumulatore rilascia l’elettricità al calare del sole per alimentare la lampada e fornire l’illuminazione locale.




















venerdì 16 ottobre 2009

LA NOSTRA ESTATE...

...Eccoci qua...quest'estate io e la mia compagnia abbiamo passato l'estate...questo era il nostro punto di ritrovo: alla mattina per far colazione tutti insieme, al pomeriggio per andare in spiaggia insieme e alla sera per andare in giro...dopo essere rimasti li un'ora a decidere dove andare perchè nessuno era d'accordo...
SIAMO MITICI...





Visualizza la nostra estate in una mappa di dimensioni maggiori
Questa è casa mia...

lunedì 28 settembre 2009

The dance is my life....


La danza ha origini antichissime: le tribù primitive si muovevano ancora prima di saper parlare al suono di strumenti rudimentali e per celebrare avvenimenti quali il successo nella caccia o addirittura il sorgere del sole o la caduta della pioggia; presso gli antichi Greci era presente in tutte le cerimonie di carattere sociale e religioso. Nel Medioevo, la danza continuò a vivere in occasioni di feste e si diffuse ben presto anche nelle corti e nei castelli. Poiché eseguire salti, volteggi e capriole, era considerato un modo di esibirsi poco aristocratico, i signori li sostituirono con gesti e movimenti composti. Da qui nacque la distinzione tra la nobile danza bassa e la popolana danza alta. La differenza sostanziale tra le due è che nella prima i piedi strisciavano a terra e i passi erano piuttosto lenti, mentre nella seconda era consentito saltare più in alto e muoversi con maggiore velocità e libertà. Tramandate per via pratica durante tutto il Medioevo, solo nel Rinascimento si cominciò a codificare i passi che contraddistinsero le singole danze. Durante questo periodo, soprattutto in Italia e in Francia, si affermò nelle corti principesche la figura del maestro di ballo, che conferì maggiore prestigio a feste e a cerimonie. Le danze più in voga erano soprattutto di origine italiana o francese, tra le prime ricordiamo: la pavana (lenta), il saltarello (veloce); tra le seconde: la gavotta (moderata), la bourrée (veloce). Nel Cinquecento, si aprirono le prime scuole di danza (la prima in assoluto fu aperta a Milano da Pompeo Diobono) e iniziò l’usanza di ballare in coppia. Dall’unione di danze alte e basse nacque una forma musicale molto importante per la musica strumentale: la suite. La danza, che fino ad allora aveva avuto solo la funzione di intrattenere gli invitati alle feste, grazie all’opera dei maestri di ballo incominciò ad assumere le caratteristiche di vero e proprio spettacolo, il balletto, al quale via via parteciparono sempre più ballerini professionisti. Questi rappresentavano davanti al pubblico una storia in musica, attraverso una serie di passi, figure e movimenti appositamente pensati, talvolta anche scritti sulla carta e studiati. La persona che decideva i passi ed i ruoli di ogni ballerino, quindi la coreografia, era il maestro di ballo. Nel 1581 in Francia fu allestito il primo "balletto" (in senso moderno) della storia: Le ballet comique de la Reine, ad opera dell'italiano Baldassarre Baltazarini da Belgioioso. Fu sempre in Francia che la danza classica si sviluppò maggiormente e si ufficializzò, grazie a Luigi XIV, detto Re Sole, che, tra le tante Accademie che volle fondare, inserì anche quella dedicata al ballo, da lui fondata nel 1661, l'Académie Royale de Danse. All’inizio tutti i danzatori erano uomini. La prima donna a ballare, M.lle La Fontaine, salì sul palco nel 1681 nel balletto Le Triomphe de l'amour, coreografato da Charles-Louis-Pierre Beauchamp. Nel 1700 Raoul-Aouger Feuillet scrisse un libro in cui raccolse le posizioni e i passi base della danza, ancora oggi utilizzati, pur con le trasformazioni apportate nei secoli successivi. Nel Settecento la danza classica sviluppò la sua tecnica e ampliò i virtuosismi, soprattutto maschili, fino al punto di scadere in mera acrobazia. Nel 1735 fu fondata l’Accademia Imperiale Russa, che darà poi vita al balletto russo. A fine secolo, in pieno Illuminismo, vi fu chi si risentì di un tale decadimento e auspicò una riforma perché la danza trovasse forme espressive più genuine e consone alla sua nobile origine e soprattutto non abusasse di movimenti "innaturali": John Weaver, a Londra, eliminò le parole dai suoi spettacoli, cercando di rappresentare i concetti attraverso espressività del movimento; i ballerini e coreografi Gasparo Angiolini in Italia e Jean-Georges Noverre in Francia si adoperarono per il "balletto pantomimo" (Angiolini) e per il "ballet d'action" (Noverre) in concomitanza con la riforma della musica operata da Christoph Willibald Gluck. I danzatori del XVIII secolo erano coperti da maschere, indossavano grosse parrucche e scarpe col tacco. Le donne indossavano gonne larghe e lunghe, strette nei loro corpetti. Gli uomini non erano certo molto più leggeri. Furono due donne a cambiare le cose: coloro che all'epoca erano considerate come le due migliori ballerine. La belga Marie-Anne de Cupis de Camargo infatti scelse scarpe senza tacco, accorciò le gonne rendendole meno ingombranti e abbandonò le maschere, mentre la sua rivale, Marie Sallé, abbandonò i pesanti costumi per abiti di velo leggero, simili alle tuniche greche. Allo stesso tempo, Noverre riformò il balletto togliendo parrucche, abiti goffi, movimenti legati a regole rigide e precise e cercò di restituire libertà di movimento al corpo.